DUCATI 916 MONOPOSTO

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SPECIFICHE

ANNO : 1994
CHILOMETRI : 19.800
POTENZA : 108 Cv
CILINDRATA : 916 cm3
ALIMENTAZIONE : BENZINA/PETROIL
CAMBIO : Manuale 
CILINDRI : 2
ESTERNO/INTERNO :  Rosso

CARATTERISTICHE

  • Italiana
  • Targhe Originali
  • Completamente restaurata
  • Revisionata

Il progetto è stato sviluppato sotto la direzione di Massimo Tamburini, direttore del Centro Ricerche Cagiva, e la 916 venne presentata al Salone di Milano nell’ottobre del 1993 dove riscosse un immediato successo tanto da aggiudicarsi per l’anno seguente tutti i premi di Moto dell’Anno.

Inizialmente disponibile in due versioni, 916 Strada e 916 SP, la 916 venne progettata con lo scopo di ottimizzare e migliorare il potenziale agonistico delle precedenti Ducati 851/888, così da perpetuare le già numerose vittorie dell’azienda bolognese nel campionato mondiale Superbike.

Ogni particolare venne perciò realizzato per ottenere il massimo rendimento nell’uso in pista, a partire da una posizione in sella molto scomoda per il pilota per un utilizzo su strada ma ottimale nella guida tra i cordoli, fino all’inusuale forcellone monobraccio che semplificava la sostituzione della ruota posteriore; a questi si aggiunsero una veste aerodinamica più efficiente grazie all’assenza di scarichi laterali, nonché una sensibile riduzione delle masse che fornì migliori prestazioni rispetto alla precedente 888.

Dal punto di vista stilistico la 916 riuscì a coniugare elementi tipici della tradizione Ducati, quali il telaio a traliccio di tubi, a un design inedito e moderno con soluzioni particolari come il doppio scarico sotto la sella o i faretti a goccia.

Per quanto riguarda la parte motoristica, il propulsore era un’evoluzione del bicilindrico Desmoquattro raffreddato ad acqua già montato sui modelli precedenti e opportunamente modificato. La cilindrata venne aumentata fino a 916 cm³, furono montate le bielle Pankl, la distribuzione rimase ovviamente desmodromica con trasmissione a cinghia dentata con 4 valvole per cilindro, e la frizione a secco con 15 dischi. Con un singolo iniettore per cilindro e valvole di aspirazione da 33 mm e di scarico da 29 mm, la 916 Strada erogava una potenza di 114 CV a 9000 giri/min, e copriva i 400 m in 10,7 secondi nonostante una massa di 198 kg piuttosto elevata. Tuttavia quest’ultimo aspetto, unito alla rigidezza del telaio e alla qualità delle sospensioni, conferì alla moto una eccellente stabilità e precisione soprattutto nelle curve molto veloci, dote molto importante per una moto nata espressamente per la pista.

La Ducati 916 SP (sport production) si distingueva dalla versione base per un motore più potente grazie a parti prese direttamente dalla versione che correva nel campionato mondiale Superbike. A questo si aggiunsero alcuni particolari in fibra di carbonio come i terminali di scarico, migliori finiture e il codino bianco, doppio iniettore per cilindro, bielle in titanio

La ciclistica della 916 venne progettata ex novo; il telaio era un classico traliccio di tubi in acciaio da 28 mm di diametro, era equipaggiata con una forcella Showa da 43 mm completamente regolabile e presentava anche la possibilità di regolare l’inclinazione dell’angolo di sterzo tra i 23,5° e i 24,5°, così da poter meglio adattare il comportamento dinamico della motocicletta alle esigenze del pilota e del circuito. Il tutto era unito da piastre di notevoli dimensioni e da un canotto di sterzo molto massiccio che conferivano notevole rigidezza alla struttura. Al posteriore montava un monoammortizzatore Showa, anch’esso regolabile nell’idraulica; gli pneumatici erano da 17 pollici con misure 190/50 al posteriore e 120/70 all’anteriore. Il reparto freni era affidato e due dischi Brembo flottanti con pinze in ghisa da 320 mm di diametro e da un disco da 220 mm al retrotreno

Nel 1995 la 916 Strada venne sostituita dalla 916 Biposto, la quale differiva dalla precedente per un diverso ammortizzatore posteriore, per alcune modifiche al motore e per l’elettronica migliorata. La 916 SP invece rimase quasi uguale a quella dell’anno prima, a parte alcune modifiche al telaio e alla centralina.

Venne inoltre creata una serie speciale chiamata 916 Senna, per commemorare il celebre pilota di Formula 1 nonché appassionato del marchio bolognese, il quale diede permesso al suo lancio due mesi prima dell’incidente fatale subìto al Gran Premio di San Marino nel maggio 1994. Esibita per la prima volta al Motorshow di Bologna nel dicembre 1994, si trattava di una 916 SP di color grigio con cerchi rossi, prodotta in soli 300 esemplari. La 916 Senna I fu prodotta per la prima volta nel 1995, le altre due versioni che seguirono sono la 916 Senna II e la 916 Senna III, prodotte e vendute rispettivamente nel 1997 e nel 1998. Tutte e tre le Senna furono fabbricate in edizione limitata e ancora oggi sono molto rare

Nel 1996 la 916 Biposto rimase pressoché uguale alla precedente a parte qualche miglioria, mentre la SP, che venne chiamata SP3. Nel 1997 venne presentata la Ducati 916 SPS in serie limitata. Montava un nuovo motore con una cilindrata di 996 cm³ molto più potente dei precedenti oltre a tutte le parti speciali delle versioni SP degli anni precedenti. Nel 1998 uscì di produzione la versione SP, mentre la SPS venne ulteriormente migliorata con modifiche al motore e al telaio. Alla 916 Biposto venne migliorato l’impianto frenante così come alla “Senna”.